Palazzo dei Combattenti riaperto con la mostra “Il Signore di Amiternum”

La Fondazione torna a Palazzo dei Combattenti con la mostra “L’Immagine del Potere – la lunga storia di un Signore di Amiternum”. Con questa iniziativa, realizzata in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici e la Soprintendenza per i Beni Archeologici d’Abruzzo, viene esposta in anteprima  la grande statua romana risalente al II secolo d.C., raffigurante un alto dignitario della antica e potente città di Amiternum, ritrovata nell’omonima area archeologica nel mese di luglio del 2007 e restaurata con il contributo della stessa Fondazione. “Il territorio dell’antica città di Amiternum – spiega Anna Maria Reggiani Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo – fa parte di un’ampia area abitata dal popolo italico dei Sabini. Area suddivisa oggi, a seguito dell’unificazione dell’Italia e dei successivi compromessi politico-amministrativi, tra tre Regioni e cinque Province. La Direzione Regionale del MiBAC ha posto quindi, fra i suoi obiettivi, quello di incentivare la ricerca nella Sabina aquilana dando il massimo risalto alle indagini di Amiternum, una delle Praefecturae (avamposti militari agli ordini di un Parefectus iure dicendo) che i Romani istituirono a presidio dell’insidioso territorio appenninico. Nell’area montana di cinque Praefecturae  tre si trovano nei territori Sabini (Nursia, Reate, Amiternum) e due in quello dei Vestini (Aveia e Peltuinium). Amiternum, sorta nelle immediate vicinanze di quella che dovette essere la metropoli dei Sabini, si prefigura come la più estesa e forse la più importante città della zona. La scoperta della statua dell’eminente personaggio – conclude Reggiani – che oggi viene presentato al pubblico ne costituisce una preziosa testimonianza”.

Si tratta di un reperto importante che raffigura, nella testa ritratto, il capostipite di una “gens” – famiglia – tra le più in vista di Amiternum, ritrovato in una “domus” di cinquemila metri quadrati. Il corpo dell’alto dignitario è, invece, rappresentato in una nudità eroica con clamide e spada secondo l’iconografia greca dei Dioscuri; è un’opera d’arte di eccezionale valore, basti guardare il ricchissimo panneggio della clamide che dalle spalle scende lungo un lato del corpo, quello dove è scolpita anche la spada. “La Fondazione Carispaq, come è nei suoi scopi – spiega il Presidente Roberto Marotta – ha voluto farsi carico del recupero di uno dei reperti più importanti scoperti in una tra le più famose aree archeologiche d’Italia. La statua di un alto dignitario, nostro antenato, è stata così restaurata e sarà esposta, presso la nostra sede, alla visita dei suoi concittadini moderni, oltre che ai numerosi turisti che trascorrono le vacanze nel nostro territorio. Un territorio – prosegue – ricco di beni culturali inseriti in un ambiente ancora incontaminato dove insistono ben due parchi nazionali, uno regionale e molte aree protette”.

“Con questa operazione – conclude il Presidente – la Fondazione Carispaq si pone al fianco degli uffici, Direzione Regionale e Soprintendenze,  che si occupano di tutela e valorizzazione dei beni Culturali collaborando nel recupero di opere d’arte e di testimonianze della nostra storia che sempre più spesso giacciono invisibili nei magazzini dei musei”.


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